"NON TI ALZI DAL TAVOLO FINCHé NON FINISCI DI MANGIARE TUTTO!" - PROFONDI TRAUMI DI UN'INFANZIA FELICE
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31 maggio 2019 alle 20:13 Autore della pubblicazione: Diana Gadlevskaya, anestesista
Cosa può fare il cibo?
Cosa prova una persona affamata mordendo il primo pezzo di pane? Piacere.
Il cibo per noi è un piacere. Godimento di gusto, olfatto, colore, forma. Il piacere del cibo accompagna tutti gli eventi significativi della vita umana. Una caccia di successo in passato significava una buona cena per l'intera tribù. Il cibo serviva come garanzia di sopravvivenza, nonché la speranza per il futuro.
Tutte le vittorie nelle battaglie si concludevano con festeggiamenti, in cui ogni guerriero si sentiva un vincitore. I buoni ospiti venivano onorati ad un tavolo comune e grazie ad un tale ricevimento si sentivano i benvenuti, e in qualche senso di far parte di chi l'aveva invitato. Celebriamo matrimoni, compleanni, festività, persino commemorazioni condividendo del cibo. Perché lo facciamo? Per condividere gioia o dolore, ma anche per creare un legame emotivo l'uno con l'altro.
È un rituale, una tradizione, un segno di rispetto, una manifestazione di sentimenti (è sicuramente molto più di una semplice soddisfazione della fame). Il cibo gioca un ruolo enorme nella vita umana; inoltre, può essere sia una fonte di piacere che uno strumento che può provocare un forte trauma alla nostra psiche.
L'arma pericolosa dell’alimentazione forzata
Durante la vostra infanzia siete mai stati costretti a mangiare? Ricordate la società dei piatti puliti? Padre rigoroso, madre che grida o insegnante con un cucchiaio in mano, con il quale infila i resti della pasta nella bocca di altri bambini?
Ora lo ricordate come i momenti di un passato lontano, sciocchezze, episodi poco importanti dell'infanzia. I momenti sconfortevoli possono capitare a tutti. Capita. E' che le conseguenze di alcuni eventi successi quando eravamo piccoli li portiamo con noi per tutta la vita, spesso inconsapevolmente. In quei momenti della nostra infanzia, senza saperlo, stavamo attraversando un scenario ben preciso di vita, ed è accaduto proprio nel periodo in cui la nostra psiche era ancora molto flessibile, quando cioè si trovava in un processo dello sviluppo durato finché non abbiamo raggiunto la pubertà.
Cosa succede a un bambino quando è costretto a mangiare? La prima cosa - ed è la più importante - che accade nella psiche della piccola creatura, è la perdita del senso di protezione e sicurezza. Se dalla madre si ricevono insulti, grida, minacce, coercizione, il bambino perde ogni equilibrio. Per ogni bambino la madre è la fonte di protezione e sicurezza, quella sensazione inconscia che non si spiega a parole ma che ogni bambino percepisce durante l'infanzia. E' un fattore fondamentale che consente al bambino di svilupparsi psicologicamente. La perdita di questo sentimento mette il bambino in una situazione di rischio di avere un ritardo nello sviluppo psicologico.
L'alimentazione forzata elimina la sensazione di fame stessa, che è quella sensazione estremamente importante che da sempre è stata da stimolo per qualsiasi azione. È proprio la fame che forma la struttura della psiche di un bambino al rapportarsi nella vita adulta col principio del "se voglio qualcosa, devo fare uno sforzo". Ma per arrivare a questo atteggiamento, la prima cosa che deve fare il bambino è alzarsi e chiedere quello che vuole.
La mancanza di fame, a sua volta, priva il bambino della possibilità di godersi il cibo. Dopotutto, solo ciò che si desidera tanto può rendere l'oggetto desiderato davvero piacevole al palato. Se una persona è forzata nel mangiare senza aver fame, non ne trarrà né piacere né gioia, il che significa che non sarà in grado di provare la sensazione di gratitudine per il cibo.
Sì, si può insegnare il vostro figlio a dire "grazie" alzandosi dal tavolo, così come a dare qualsiasi risposta, ma insegnargli ad apprezzare per davvero il cibo vi sarà impossibile. Questo particolare, che sembra una sciocchezza, si rivela da adulto con l'incapacità di godersi la vita, di provare gratitudine e di sentire di essere soddisfatti dei risultati dei propri sforzi. L'alimentazione forzata uccide la capacità di percepirsi una persona felice. Se non provate gioia nel soddisfare il desiderio umano più primitivo (quello di mangiare), è molto difficile imparare a godersi le soddisfazioni rispetto alle proprie aspirazioni e al realizzare tutti gli altri vostri desideri.
Un'altra “bomba al rallentatore” per la psiche infantile, anche se innocente a prima vista, sono le manipolazioni dei genitori del tipo "se finisci tutta la pappa, avrai il cioccolatino", "non piangere, mangia piuttosto il biscottino" o "se fai il bravo, ti compro un gelato". In questo caso, il cibo diventa un mezzo d’incoraggiamento, una ricompensa, un modo per distrarsi dal problema, e normalmente la ricompensa offerta è spesso legata al mondo dei dolci.
Questo approccio forma una dipendenza dal cibo quando ci si annoia, quando si è tristi, si è di cattivo umore, ci si vuole rallegrare, calmare, divertire. Ebbene, è una via diretta per diventare dei mangiatori compulsivi e, di conseguenza, arrivare al peso in eccesso. Questo problema è molto frequente nelle persone con il vettore anale che non riescono a darsi il limite nel mangiare. È così facile comprarsi qualcosa di buono da mangiare, ricompensarsi con questo semplice piacere e, al contrario, è molto più difficile ottenere lo stesso piacere dal semplice godersi la vita, dalla propria realizzazione o anche dall'interazione con gli altri.
Il messaggio ormai è chiaro: non forzare il bambino con l'alimentazione. Qui potrebbe sorgere la domanda: E se lui non chiede affatto di mangiare? Proprio mai?
Morirà di fame?
Perché ci viene così difficile lasciare il bambino senza mangiare? Cosa ci guida? L'amore materno o l'ansia interiore? Lasciandolo senza cibo, ci sembra che il nostro figlio possa facilmente ammalarsi, che non crescerà, non riceverà amore, oppure che qualcuno da fuori probabilmente possa dire che sei una cattiva madre...
Se stai cercando di mostrare il tuo amore per mezzo di brioche calde, senza dubbio troverai altri mille modi per mostrarlo in modo diverso e più evidente. Basta solo provarlo.
Se le opinioni degli altri ti influenzano così tanto, pensa a cosa ti rende una buona madre. Pensa se nel futuro tuo figlio si sentirà una persona felice, riuscirà a godere dei propri successi e proverà gratitudine nei tuoi confronti: non sono queste le migliori abilità che può acquisire tuo figlio durante l'infanzia grazie alla tua educazione competente?
Se le paure per la vita e la salute dei figli non ti permette di allontanarti da loro nemmeno per un minuto, se ti fanno controllare ogni loro passo, se ti fanno tremare un loro piccolo starnuto o un graffio sul ginocchio, allora vale la pena di rifletterci. La natura delle tue paure ha una causa ben differente e andrebbe cercata nel tuo potenziale emotivo che sembra non si sia sufficientemente realizzato: nel caso del rapporto col proprio bambino, lui è semplicemente l'oggetto più vicino che viene influenzato da un'invisibile ondata della tua ansia.
Al posto di trasmettergli il tuo nervosismo, puoi dargli affetto e amore materno, puoi farlo sentire compreso creando un legame affettivo-emozionale, indispensabile per un bambino piccolo. Spesso sono i genitori con il legamento dei vettori del tipo anale-visivo che soffrono di un tale approccio comportamentale. Per sapere come sbarazzarsi dell'ansia ipertrofica verso tuo figlio, lasciandolo respirare tranquillamente (oltre, ovviamente, ad essere più tranquilla tu in prima persona), è possibile seguire il percorso formativo online di “Psicologia Sistemico-vettoriale” di Yuri Burlan.
Nelle abitudini di una famiglia moderna è quasi impossibile creare le condizioni in cui il bambino si senta veramente affamato. Anche se una persona si nutrisse costantemente, la fisiologia del corpo è fatta in modo tale che una leggera fame si faccia sentire già dopo poche ore dall’assunzione del cibo. Oppure, al massimo, quelli più resistenti sentono fame dopo una mezza giornata.
E qui iniziano ad emergere altre cause di scarso appetito.
Perché il bambino mangia male?
Per cominciare, scopriremo la cosa principale: cosa si intende per “mangiare male”? Una volta al giorno oppure tre volte ma a porzioni piccolissime? Solo pasta o solo cetrioli? O se dopo una confezione di biscottini stuzzicati per strada tornando a casa, non vuole mangiare la zuppa all'arrivo a casa?
Una regola molto semplice dei "tre" può aiutarti qui. Cosa significa? Vuol dire assumere il cibo tre volte in una giornata. Se il bambino mangia tre volte al giorno, è già un'ottima cosa. Le porzioni non sono importanti. Dovrebbero essere tre tipi di piatti: uno caldo, uno liquido e uno crudo. Se un bambino si regola in questa maniera, considera che sta mangiando bene. Per esempio: un piatto di pasta, una minestrina di verdure e una mela. Ma anche se non li ha mangia in un pasto intero, li assume comunque. Questo sarebbe un ottimo motivo per cui la mamma possa stare tranquilla.
La regola del "tre" si intende anche come tre colori differenti del cibo. Ad esempio, una minestra di zucca (colore arancione), un’insalata (colore verde) e del riso (colore bianco); un po' di pomodori, pesce e un’arancia; grano saraceno, ricotta e uva. I tre colori differenti nella dieta quotidiana del bambino sono sufficienti per una nutrizione completa.
Invita il bambino a seguire da solo la regola dei tre. Si divertirà, inizierà a cercare di adattare la sua dieta a queste tre opzioni.
La causa più comune di scarso appetito è soprattutto la mancanza di sfogo dell'energia nel bambino, quindi nella sua poca attività fisica. Il sole, l'aria e l'acqua rimangono ancora i nostri amici indispensabili, e non importa quanto banale possa sembrare questa osservazione. Dopo una giornata di piscina, del tempo passato in un parco giochi, una partita di calcio o una gita in foresta, nessun bambino ha mai rifiutato un pasto.
Ora parliamo delle preferenze alimentari. Sì, certo, ogni bambino ha le sue abitudini alimentari. E le sue preferenze potrebbero non far parte della lista dei cibi più sani. I bambini con il vettore anale amano mangiare le cose farinose e dolci, preferiscono mangiare il solito cibo fatto a casa dalla propria madre e sono diffidenti nei confronti di qualsiasi innovazione nell’alimentazione. Essendo i bambini più obbedienti, sono sempre pronti a soddisfare la mamma o la nonna con un buon pasto mangiato intero. È importante ricordare questo particolare e non insistere se il bambino è già pieno.
I bambini con il vettore cutaneo possono amare fast food, comprare patatine, dolci o cioccolatini invece del pranzo di scuola, solo per sembrare più cool dei loro amici. Con i piccoli ragazzi "cutanei" è utile spiegare quali alimenti siano sani e quali no. È un argomento forte per la loro psiche. I cioccolatini saranno facilmente sostituiti da altri cibi dolci ma più sani, il cocco secco o mela secca possono prender parte delle solite patatine e la coca-cola lascia spazio ad un frullato.
Un bambino con il vettore visivo preferirebbe una macedonia multicolore piuttosto che una zuppa di orzo grigia. Per lui è importante che il cibo abbia un bell'aspetto. I bambini "visivi" adorano mangiare nei bar e nei ristoranti solo perché nel posti del genere la presentazione dei piatti è ben organizzata dall'aspetto. Con questo Potete anche giocare bene su questa loro peculiarità: una tavola ben apparecchiata, piatti luminosi, cibi colorati e così via saranno per loro ottimi stimoli verso l’alimentazione.
I più grandi amanti degli esperimenti e dei nuovi gusti sono i bambini con il vettore orale. Nascono come i degustatori che percepiscono in modo sensibile e assolutamente naturale ogni sfumatura di gusto. Qualsiasi piatto, anche quello più esotico, sarà vincente. Inoltre, un bambino orale vi descriverà in dettaglio delle sue sensazioni di gusto: ad esempio, qual è la differenza tra un tipo di formaggio e un altro.
Conoscendo le caratteristiche psicologiche di ogni bambino (ma anche adulto) e considerando le loro preferenze di gusto (tenendo conto del loro tasso metabolico, della loro necessità fisiologica al movimento e delle abitudini alimentari), ogni genitore è in grado di rendere la dieta del suo bambino ottimale sia per lui stesso che per l'intera famiglia.
Come sviluppare sane abitudini alimentari?
1. La base di tutto è il senso di protezione e sicurezza. È la sensazione senza la quale qualsiasi processo educativo non può avere successo. È un processo inconscio che la madre trasmette al suo bambino attraverso il proprio stato interiore stabile e tranquillo.
L'espressione "madre calma - bambino calmo" rende chiara l'idea del meccanismo.
2. Nessuna violenza! Neanche un minimo di alimentazione forzata. È una regola che non si mette mai in discussione. Mai!
3. Educhiamo nel bambino il rispetto per il cibo. Trattiamo il cibo non come una condizione o una piccola sciocchezza indispensabile per sopravvivere, ma come un aspetto importante della vita, senza il quale tutto può collassare. Ricordiamo al bambino l'esperienza dei nostri nonni, i tempi della fame, parliamogli ricordandogli i tempi di guerra.
Il giusto atteggiamento nei confronti del cibo può essere creato attraverso cene di famiglia, quando tutti si riuniscono a un tavolo comune. La cosa sarebbe da fare almeno una volta a settimana. È una buona tradizione, la possibilità di creare unione, il giusto mantenimento dei legami affettivi, la comunicazione, il senso di gratitudine per il cibo, un passatempo per stare in compagnia e il rafforzamento della famiglia.
4. Mangiare il cibo sano insieme. Un bambino non mangerà l'insalata se il papà ha nel suo piatto le patatine fritte e salsiccia con ketchup. Una scelta tra due o tre piatti, tenendo conto degli interessi e delle preferenze di tutti i membri della famiglia, così che sia possibile a tutti di mangiare alimenti di proprio gusto.
5. Il cibo non dovrebbe mai essere un mezzo di manipolazione o educazione: un cioccolatino non può essere un incoraggiamento per un buon comportamento, in quanto può diventare un modo diretto per sfiammare lo stress in età adulta. Bisogna cercare di creare una condizione in cui al bambino diventi ben chiaro che oggi come dessert ci siano cioccolatini e domani pasticcini. Oppure oggi c'è il latte e domani c'è la tisana.
6. L'appetito arriva dopo un’attività fisica, sport, routine quotidiana, ma anche la mancanza di snack, dolci e cibi dannosi.
Mangiare è uno dei modi per godersi la vita. Il compito dei genitori da un lato è insegnare al bambino a gustare il cibo, provare gioia e gratitudine per esso e, dall'altro, mostrare quante opzioni ci siano ancora per sentirsi felici, veramente felici e non solo sazi. Comprendendo il vettore del vostro bambino e le sue caratteristiche innate, è molto più facile orientarlo verso la via dello sviluppo e creare una buona base per la vita futura, in cui l'atteggiamento nei confronti del cibo è solo un ponticello per la capacità di interagire con le persone in generale.
Diana GADLEVSKAYA, anestesista.
Traduzione : Anastasia Novicova
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