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Risentimento e gratitudine per l'amore materno

Модератор: Жибек

Risentimento e gratitudine per l'amore materno

Непрочитанное сообщение Анастасия Новикова » 04 май 2020, 01:35

RISENTIMENTO E GRATITUDINE PER LE BRICIOLE DELL'AMORE MATERNO

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23 gennaio 2019 a 14:16 Autore della pubblicazione: Tatyana Kunigel


I bambini prima amano i loro genitori, poi li giudicano, poi si pentono.
Marina Cvetaeva




Madre e figlia

Un edificio a tanti piani. Mezzogiorno. Silenzio. Presto bambini sarebbero tornati da scuola e sapevo che per un po' di tempo sarebbe stato rumoroso. Le finestre del mio appartamento si affacciavano sul cortile e ogni giorno vedevo la stessa cosa: Daria, la mia vicina, stava tornando dalla scuola. Ogni volta che la vedevo mi ricordava un cucciolo abbandonato. Aveva dodici anni. Con i capelli ispidi e lo sguardo estinto rimaneva a lungo sulle scale sotto la porta dell’appartamento chiuso a chiave, in attesa di qualcosa. Ma lo sguardo si accendeva all'istante quando vedeva sua madre aprire la porta:

“Mamma, oggi sono stata "eccellente" nella storia!”

“E quindi? Vuoi una medaglia? Provami solo a studiare male.”

“Mamma, ho fatto tutto quello che mi avevi chiesto.” - Daria guardava la madre negli occhi e cercava la sua mano, ma quella la nascondeva in tasca e, sviando lo sguardo della figlia, diceva con la voce severa: “Va bene se l’hai fatto. Bisogna annunciarlo a tutto il mondo? E comunque, devo controllare se va tutto bene, perché c’è sempre qualcosa che non va…mi domando, come ti crescono le mani?"

La ragazza si accucciava quando sentiva frasi del genere dette dalla sua madre e non riusciva a mantenere le lacrimare.
"Non ti si può dire niente, piagnucolona”, - alte volte quando erano fuori poteva dire: “Non ti mettere a piangere in mezzo alle persone. Ti mando a casa se non la smetti!”

Attraverso le pareti della nostra casa a pannelli si sentiva quasi tutto quello che dicevano i vicini. Sentivo spesso le urla della madre di Daria e le frasi del genere: “Quante volte te lo devo dire?!” , “Hai finito di…?!”, “Ne ho abbastanza di…!”, "Non ti meriti niente!", "Ma sei stupida?!"

Daria ormai è cresciuta, ma i suoi occhi, come gli occhi di una mendicante, continuano a supplicare di avere almeno un po' di affetto e amore altrui. Qualche volta, ma molto raramente, mi capita di incontrarla e vedere gli occhi illuminati dalla gioia, ma poi dice, come per scusarsi: "No, è che con mia madre finalmente abbiamo fatto..."

Daria si è sposata all’età di 18 anni. È strano però nessuno dei vicini aveva mai visto quest’uomo prima. Lui era di altezza medio bassa, robusto, un uomo abbastanza serio,o piuttosto severo, aveva solo 25 anni ma era già calvo. Chi lo sa di quali promesse si è servito per riuscire ad attirare l’attenzione della giovane ragazza.
Dopo neanche un anno da quando si sono sposati Daria è ritornata a vivere a casa di sua madre. Era diventata ancora più silenziosa, spesso la vedevi con la testa nascosta tra le spalle. Sembrava che volesse nascondersi dalle pietre invisibili che le volavano addosso. Il suo ormai ex marito la teneva d'occhio ancora per molto tempo all'entrata del nostro palazzo. Le sue imprecazioni e accuse hanno sentito tutti gli abitanti.

È capitata una volta solo in cui ho incontrato Daria sulle scale chiedendola: "Che cosa è successo, Dasha?" – al che mi ha risposto: "Mi sono sbagliata, signora Tanya".

È difficile il destino delle persone di cui da bambini la relazione con i genitori era stata straziante o traumatica. Lo scenario di vita di Daria è determinato dal suo passato. Una ragazza che è cresciuta nella famiglia in cui è stata frequentemente umiliata e insultata, da adulta inconsapevolmente andrà incontro alle persone che le ricorderanno i suoi genitori.

Esattamente così è successo con Daria quando si è sposata. La sua tensione, l’essere stravolta, umiliata, che è caratteristico alle persone con lo scenario di sfortuna, ha fatto in modo da attrarre nella sua vita un ennesimo tormentatore, l’uomo che è diventato il suo futuro marito. La strada che tocca a fare alla ragazza sarà contorta. Oltre a una montagna di sfortuna, errori, nonché il peso di risentimento portato dall’infanzia, tutto questo le impedirà di trovare la strada di una vita felice. Se una persona con il vettore anale porta un’esperienza negativa dall’infanzia, è automatico che da adulta proverà risentimento e sensi di colpa al posto di sentirsi grata per un’infanzia felice.



Rancore

L'amore, l’affetto e il senso di sicurezza ricevuti nell'infanzia creano al bambino un supporto fondamentale per l’età adulta. Servono come base per avere la fiducia in altre persone e nella vita in generale. Se un bambino con il vettore anale viene umiliato, insultato, trascurato, costantemente incolpato dai genitori e raramente elogiato, cresce con un senso di ingiustizia e una sensazione costante di carenza. In effetti, tali bambini sono diligenti, obbedienti, fortemente attaccati ai loro genitori e si aspettano da loro elogi e conferma della correttezza delle loro azioni.

Uno dei principali desideri delle persone con il vettore anale è trasmettere l’esperienza di generazione in generazione. Perciò un bambino con un vettore anale nasce con le potenziali capacità di accumulare l’esperienza e conservare le tradizioni dei genitori allo scopo di tramandarle agli altri.

Ma cosa riceve il bambino nell'atmosfera sfavorevole della famiglia?

– Un'esperienza negativa.

Cosa renderà al momento della condivisione dell’esperienza accumulata?

Quello che ha ricevuto:

– sarà pronto per essere umiliato pur di ricevere le briciole d'amore, dimostrando tutto quello di cui è capace e aspettando in continuazione di essere lodato;

– oppure può succedere il contrario - che sarà lui stesso ad umiliare gli altri;

–un’altra probabilità è che sarà capace a forgiare una spada dalle sue rimostranze minacciando il mondo intero e incolpando tutti per la sua sofferenza;

– oppure, compatendo se stesso, custodirà in silenzio il sentimento "la mia vita è un fallimento", essendosi sollevato dalla responsabilità.



Vivere con risentimento

Una persona offesa inconsciamente cerca e trova le ragioni ai suoi atteggiamenti da bambino, spesso generalizza, ripete la sua esperienza d'infanzia e ogni volta si convince di essere inutile e non meritevole. E' offensivo e sofferente. L'incapacità di gioire, di dare e ricevere - sono tutte le conseguenze dei risentimenti, della fissazione al proprio passato, dell'incapacità di vivere il presente e della mancanza delle attitudini necessarie per amare e accettare l'amore.

Una persona adulta trovatasi in una tale condizione, anziché provare sostegno e sicurezza, prova impotenza davanti al mondo invece di sentirsi rassicurato e tranquillo, e porta addosso il peso del rancore. Non lascia posto per la fiducia perché c’è sempre rischio che arrivi improvvisamente un'altra pietra tagliente...

Come si fa a ricevere qualcosa se prendi tutto con un sospetto inconscio? Come si fa a dare se ti aspetti una punizione in cambio? Dentro di te continua a vivere un piccolo bambino spaventato, senza amore, senza sostegno e vitalità, con dolore, delusioni e risentimenti che non ti hanno permesso di diventare una persona veramente adulta.

Il carico di rimostranze influenza inevitabilmente ciò che accade nella vita della persona, tracciando tutto il suo scenario di vita. E più ne accumula, più la sua vita è compromessa.



Accusa dei genitori

Nonostante il fatto che i rancori possono avvelenare la vita, molti di noi non sono pronti a separarsene. Incolpando i genitori per qualcosa che ci hanno fatto mancare, che non ci hanno amato abbastanza, che guadagnavano poco o, a contrario, troppo, che ci umiliavano, viziavano, così facendo "scarichiamo" tutti i problemi del mondo sulle spalle dei nostri genitori. Ma come faccio a diventare un adulto se continuo ad essere un bambino offeso dentro la mia anima?

Solo riconoscendo la responsabilità della nostra vita, giustificando e perdonando i genitori, possiamo rivedere questa esperienza infantile e sbarazzarci della difficile eredità del passato.



Come trovare una giustificazione ai genitori

"Sono cresciuta senza la madre, invece mio padre non mi voleva bene", così la madre di Daria ha cominciato la sua storia. – “Mio padre si ubriacava spesso, mi picchiava, sgridava, e talvolta, a contrario, non se ne accorgeva della mia presenza. Gli bastava sapere che ero sazia, vestita e che andavo a scuola. Che altro ci voleva? Appena ebbi l'occasione, lasciai la scuola principale e iniziai a frequentare una scuola di specializzazione dove presi una professione. In quel periodo mi è capitato di incontrare un ragazzo. E così è successo... Alla fine ho dovuto crescere mia figlia da sola".

Dietro questa storia breve e povera di sentimenti c'è la vita di una donna che non conosceva l'amore, non riceveva sostegno, non sentiva mai la spalla di un uomo, e come risultato - completa mancanza del senso di sicurezza nella vita. Perché la madre di Daria era fredda, umiliante e offensiva con la figlia? - Perché lei stessa era la vittima di un dolore altrettanto forte.

Spesso i nostri genitori, di cui siamo offesi in modo infantile, si rivelano di essere stati pure loro sottovalutati e umiliati da piccoli. Ci hanno educato al loro meglio, esattamente così come lo sapevano fare, ne più e ne meno.

Sono i nostri genitori che hanno bisogno di aiuto. Sono loro che hanno bisogno di essere sciolti. Nemmeno la loro vita è stata dolce, ma restano comunque i nostri genitori. Sono così come sono. Questo fatto deve essere riconosciuto e sarà necessario lavorare molto su sé stessi per smettere di esigere amore e sostegno e diventare noi stessi una fonte di supporto, comprensione e amore.



Perdono

Serve molta forza e coraggio per coloro che sono consapevoli della situazione e sentono il desiderio di entrare in profondo contatto con i loro genitori.

Non è tanto necessario sbarazzarsi delle offese quanto, prima di tutto, toccare i nostri cari con il cuore. Qualcuno dirà che è impossibile costruire un rapporto sulle rovine, sui detriti, che è inutile graffiarsi continuamente con il filo spinato, inciamparsi sul disprezzo, l’indifferenza o la rabbia. Quindi proviamo ad immaginare quanto lavoro ci sarebbe da fare se dovessimo revisionare una pietra alla volta, esaminare ogni offesa ricevuta. Per alleviare il dolore mentale non sarà abbastanza solamente rievocare quelle situazioni e quei sentimenti della nostra infanzia. È necessario un passo radicale: una via del cuore, una via dell'amore, della gentilezza, della misericordia. Questo sarebbe il percorso di un bambino autonomo che cresce, perché è necessario prima di tutto per noi stessi.

Il perdono come un rifiuto di voler provare ulteriormente dolore e sofferenza.

Il perdono come l'adozione della propria strada, liberazione dalle "schegge", "ancore" e "spine" dei vecchi insulti.

Il perdono come un addio al passato.

Il perdono come comprensione di sé stessi e di altre persone, l'assimilazione delle lezioni di vita, il perdono che da forza e apre la possibilità di andare avanti.


Quando ci imbarchiamo in questo percorso, i cambiamenti non si faranno aspettare: ci saranno decisamente meno conflitti (nessuno avrà più bisogno di dimostrare nulla a nessuno), più gioia e comprensione, un profondo sentimento di libertà, amore e gratitudine. Là dove c'è un sentimento di gratitudine nel cuore, non ci sarà mai posto per rimostranze. E poi lo scenario di vita cambierà decisamente per diventare uno scenario della vita felice.

Potremo abbandonare la nostra "collezione di rimostranze", raddrizzare le spalle e trasformare uno scenario triste in una vita felice al training "Psicologia sistemico-vettoriale" di Yuri Burlan.



Dalle recensioni dopo il training:

“Ora sto frequentando il primo livello nel gruppo 57 e sta succedendo un miracolo! Mi sono finalmente liberata dal rancore di lungo tempo, terribilmente pesante, contro mia madre, con il quale mi addormentavo e mi svegliavo le mattine, con le lacrime agli occhi e pensieri immutabili: "Ma perché mi ha fatto tutto questo? Che cosa le ho fatto di male? Perché?" E poi finalmente un giorno mi sono resa conto che non provo più rancore! Non ce l'ho affatto, ma al posto suo provo comprensione, giustificazione e amore per mia mamma!"

Marina P., Lipetsk

“Vorrei condividere uno dei miei più importanti risultati. Prima del training i rapporti con mia madre erano dolorosi: litigi ogni incontro. Il mio risentimento non mi permetteva di considerarla una Persona. Dentro di se, in silenzio, la biasimavo per tutti i miei fallimenti e problemi della vita, anche se ormai sono una donna adulta. L'abituale riflesso accumulato - stare ferma, tacere, avere paura - era diventato un muro impenetrabile. Nel corso del training, durante una delle lezioni del vettore visivo, improvvisamente si verificò una rivelazione - il perenne, da come mi sembrava, risentimento si trasformò improvvisamente in Empatia e Tenera Gratitudine. Ho pianto, come una bambina..."

Alexandra, Velikiye Luki


Raccogliete le briciole d'amore, inzuppatele in simpatia e gratitudine, aggiungete l'egoismo tritato nella farina, impastate bene, infornate i panini e distribuiteli a tutti coloro che hanno bisogno di attenzione, sostegno e cura! Raccontate della vostra esperienza, condividete i vostri sentimenti, venite al training e vi daranno generosamente e senza inganno.



Autore della pubblicazione: Tatyana Kunigel
Traduzione: Anastasia Novicova
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Анастасия Новикова

 
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